Le Maccalube Terra di Terrapelata ( S. Barbara)
A circa cinque chilometri da Caltanissetta sorge il Villaggio di S.Barbara, sorto per accogliere le famiglie dei minatori. Nelle vicinanza del centro abitato si trovano le "Maccalube".
II termine Maccalube deriva dall'arabo maqlub, rivoltare, ed indica il caratteristico fenomeno di rivoltamento del terreno che si verifica periodicamente a causa dell'accumulo di gas compressi nel sottosuolo. I vulcanelli sono piccoli crateri di fango nella cui cavità, colme di acqua fangosa, si manifestano vere e proprie esbollizioni che riescono a raggiungere una temperatura oscillante fra i 20 ed i 25 gradi centigradi, con fuoriuscita di acqua leggermente salata, emulsionata con metano misto ad anidride carbonica e tracce di altri gas, fra i quali anche anidride solforosa.
Una stradella in terra battuta conduce alla zona che si presenta come un altopiano di forma circolare che assume una colorazione, data dalla natura argiliosa del terreno, bianca nel periodo estivo e grigia per il resto dell'anno, costituito da depositi argillosi incisi da una fitta rete di piccoli rigagnoli percorsi, durante il periodo invernale, da acque piovane.
Il colore bianco-grigio che la collina conserva per la maggior parte dell'anno, la moltitudine di piccoli coni di fango (vulcanelli) alti eccezionalmente sino ad un metro (fino agli anni 60, oggi quasi non si vedono più), di colore grigio, rigurgitanti fango, richiamano alla mente paesaggi lunari.
Le scarse precipitazioni e la povertà dei suoli hanno favorito, intorno alla collina, l'insediamento di una vegetazione costituita da piante erbacee, rappresentate in maniera predominante da un cospicuo numero di specie endemiche come l'Aster sorrentinii e la Lavatera, il Lygeum spartum e la Salsola, specie che ha il suo locus classicus nelle maccalube.
L'esistenza di piccoli stagni, in alcuni dei quali si formano continuamente bolle gassose, favorisce lo sviluppo di una notevole fauna entomologica, la presenza di un'abbondante popolazione di rettili e la riproduzione di anfibi.
Il fenomeno geologico delle Maccalube è dovuto alla fuoriuscita di gas, prevalentemente costituito da metano, che dalle viscere della terra, attraverso fessure dei terreno, trascina con sé, verso l'alto, acqua e sedimenti argillosi che, depositandosi in superficie, danno luogo ai caratteristici coni di fango dalla cui sommità fuoriesce il gas, e spesso visto la presenza di zolfo si avverte un acre vapore sulfureo, pungente che stringe la gola. Queste piccole eruzioni non hanno interessi applicativi; tuttavia possono servire ad indirizzare per la giusta via della conoscenza delle caratteristiche del sottosuolo, che si sa ricadere in pieno centro della grande fossa miocenica della Sicilia Centrale. Non è da escludere che i gas che fuoriescono dai vulcanelli, provengano da giacimenti di idrocarburi, posti a grande profondità. , del genere di quelli di Girgenti , ma molto meno importanti.
Torniamo presto indietro e poco dopo sbocchiamo in un immenso circuito intorno al quale levano la calva testa dei monti aridi che si allungano o si ammucchiano a vista d'occhio fino all'orizzonte, sotto un cielo basso dove strisciano continuamente nuvoloni pesanti. Le coste fumano qua e là, e giù nello smisurato imbuto che abbiamo sotto gli occhi, è tutto un accavallarsi di monticelli lividi, marmorizzati da efflorescenze gialle, biancastre o rosse; come a Comitini, essi sono forati e fumano sempre.
venerdì 5 giugno 2009
Post 4 “ I VULCANELLI ” (Gastone Vuillier 1895)
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